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  • Immagine del redattoreRoberto Toninelli

GiornateDiGuerra#4



E siamo a otto giorni di guerra. Giornate lunghissime, che l’ansia e la paura fanno sembrare infinite. Soprattutto quando ci sono dei bombardamenti terribili, come quello che oggi ha massacrato Cernigov. Una città che ho girato in lungo e in largo decine e decine di volte. Una città sconosciuta al 99% degli italiani fino a 8 giorni fa, e ora al centro dell’attenzione del mondo. Stamattina i ragazzi mi raccontavano che sentivano le bombe cadere a poca distanza da loro; mi dicevano che stavano morendo dalla paura. Infatti sono state distrutte due scuole. Chissà, magari sono alcune delle tante che ho visitato in questi anni. Siamo alla follia più totale. Una violenza gratuita contro un intero popolo.


La solidarietà del mondo verso l’Ucraina è quasi unanime, gli sforzi enormi, eppure non si capisce cosa può fermare questa pazzia. E anche tra chi si impegna da una vita per la pace e per il disarmo, ci si sente frustrati e sconfitti, in un contesto dove a parlare sembrano essere solo ed esclusivamente le armi.


In quasi tutti i paesi si stanno svolgendo presidi, manifestazioni e preghiere molto partecipate (anche a Ciliverghe questa sera abbiamo fatto la nostra parte). Splendido il momento vissuto ieri in Università Cattolica. I ragazzi stanno percependo questa vicinanza; anche curare le relazioni in momenti come questi è un modo di costruire la pace.


Questa guerra ci ha colti di sorpresa. Perché le nostre generazioni non hanno mai vissuto una cosa del genere. C’è ancora tanto disorientamento tra tutti noi. Ma è necessario riprendersi dallo shock e andare avanti. Per tante cose. Anche la solidarietà forse ha bisogno di un cambio di passo. La voglia di fare, di contribuire, di essere utili è veramente tantissima. Ma si rischia che ognuno vada per la sua strada e con poco coordinamento. Forse serve una regia che oggi non c’è.


Stessa cosa per l’accoglienza dei profughi (se l’apertura dei corridoi umanitari è reale e non è un bluff tattico, potrebbe arrivare la prima vera ondata). Moltissime persone e comunità vorrebbero attivarsi per ospitare, ma per ora mancano informazioni. E soprattutto manca chi (a livello generale, ma anche nelle singole comunità) faccia da regia a questo processo. Che può essere anche una grande occasione per riscoprirci più solidali e umani, dopo anni vissuti in un clima rancoroso e di cattiveria (e non mi riferisco al Covid).


Impegnarci sulla strada della solidarietà e dell’accoglienza è uno dei modi che abbiamo per ricostruire un mondo di pace. Oggi più che mai la strada da fare è veramente lunga. Ma proprio per questo dobbiamo metterci subito in cammino. Con responsabilità e amore per l’uomo e per questo creato. Oggi più che mai maltrattati.


P.s. Quanto raccolto nei giorni scorsi dall’associazione Domani Zavtra è arrivato in Polonia e addirittura in Ucraina. Grazie alla collaborazione di un ex ragazzo dell’orfanotrofio. Molti di loro (anche tra i “ciliverghesi”) stanno confermando di essere uomini e donne meravigliosi. Speriamo che sia un po’ merito anche di quanto hanno ricevuto. Sarebbe la conferma che solo l’amore rende le persone migliori, anche in mezzo a tanto orrore. Appena partirà una nuova raccolta (organizzarsi e capire i bisogni reali in questo contesto non è cosa facile), lo comunicherò a chi vuole contribuire. Intanto grazie per la vicinanza e la solidarietà.

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